Due giorni di esplorazioni, riconoscimenti di tracce, avvistamenti ed attività notturne per conoscere questo meraviglioso predatore e restarne affascinati. Escursioni che ci lasceranno senza fiato per la bellezza dei paesaggi incontaminati.
Partenza: Rifugio Le Fonti (1.095 m.s.l.m.)
Tempo di percorrenza: 2 giorni in cui il primo giorno la durata del percorso è due ore, il secondo di 6 ore
Difficoltà: Percorso fino al rifugio Difficoltà: E Percorso dal Rifugio al Centro visita del lupo Difficoltà: E
Dislivello: 1° giorno 395 m / 2° giorno 636 m
Segnavia: segnato (bianco-rosso)
Periodo consigliato: da maggio a ottobre
Equipaggiamento: Zaino, scarponi da montagna, abbigliamento adatto a temperature medie (10 – 20 gradi) (pile, giacca a vento, cappello, guanti, mantellina per la pioggia, almeno un cambio completo, set di asciugamani o accappatoio leggero), macchina fotografica, binocolo, torcia, borraccia, bastoncini da trekking.
Il Monte Corvo visto dal Lago di Provvidenza è veramente impressionante, sembra un enorme cono alpino dall’apparenza inespugnabile è la quarta vetta della catena del Gran Sasso d’Italia. È una montagna solitaria, possente, isolata e con una lunga cresta è lì che avverrà la sosta notturna.
Dal Rifugio Le Fonti (1095 m.s.l.m.) passando per Schiena d’Asino a Monte Rotondo (1731 m.s.l.m.). Il sentiero, sempre segnato, si inerpica sino all’ampia e lunga dorsale di Schiena d’Asino che si percorre sino alla vena di Monte Rotondo e poi verso Colle dei Sambuchi (1638 m.s.l.m.) tornando per la Fossa (1200 m.s.l.m.), Contornando l’areale della Riserva Naturale di Monte Rotondo, si scopriranno le bellezze di questa zona ancora incontaminata e selvaggia per restare, infine, ammaliati dagli spettacolari abeti bianchi secolari della Fossa.
Attraverso Le Grotte, visita dell’eremo San Francesco Scalelle, il cui toponimo deriva dalla presenza di numerosi gradoni di roccia che dal greto del torrente permettevano agli eremiti di raggiungere la grotta, nascosta dalla vegetazione per buona parte dell’anno. Secondo la tradizione locale, dopo aver visitato la città di Ascoli, S. Francesco di Assisi vi avrebbe soggiornato, affascinato dalla spiritualità del luogo.
L’eremo, già a partire dal 1273, era alle dipendenze del monastero benedettino di S. Angelo in Volturino. La grotta, che si presenta come un ampio riparo sotto la roccia, conserva alcuni tratti dei muri dell’Eremo. Nell’area d’ingresso è ancora visibile una cisterna. Poco più a valle affiorano, lungo il declivio, resti di muri di terrazzamento utilizzati per la coltivazione del terreno. La leggenda racconta che S. Francesco, dopo aver predicato a Macchia da Sole, giunse nei pressi della grotta e si ritirò a pregare sotto l’ombra di una grande quercia. Qui, all’improvviso, fu assalito da una moltitudine di pulci che iniziarono a tormentarlo.
Mentre sbigottito tentava di liberarsi dalle pulci, vide, su un enorme masso, il Demonio sghignazzante per avergli disturbato la preghiera. Allora il Santo gli puntò il bastone dal quale scaturì una folgore che fece precipitare il diavolo dalla Montagna. Su una pietra, chiamata “il Sasso di S. Francesco” rimasero impresse le impronte del ginocchio e della mano del Santo, mentre sul versante opposto è ancora visibile un grosso foro sulla roccia dal quale, si dice, precipitò il Demonio.
Si prosegue fino al Centro Visita del Lupo. Il Centro Visita del Lupo è una struttura di proprietà del CFS (Corpo Forestale dello Stato) che si trova a Popoli (PE) all’interno della ex Azienda Pilota di Monte Corvo (attuale Ufficio Territoriale per la Biodiversità). Ricadente all’interno del Parco Nazionale della Majella, la struttura è inserita in un contesto paesaggistico molto suggestivo sovrastato dalla catena del Morrone.
Adiacente alla struttura c’è un percorso didattico denominato “Dalle prede ai Predatori” dove sono ubicate diverse aree faunistiche:
• degli ungulati (cervo, capriolo, cinghiale, daino e muflone)
• dei lupi
• voliere del centro recupero rapaci
In queste aree gli animali vengono ospitati e curati, in condizione di semilibertà.
Numerosi lupi che hanno subito incidenti o traumi qui vengono recuperati per poi essere reintrodotti.
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