Un tour completo di una Basilicata inedita alla scoperta di ricchezze archeologiche, artistiche e naturalistiche completamente inaspettate per viaggiatori culturalmente esigenti.
Trasporto: Bus privato con partenza dall’hotel
Durata del viaggio: 10gg
Pernottamento: pensione completa in hotel ****
Assicurazione: su richiesta
Guide: tour guidato, disponibilità in diverse lingue
Visita guidata nel quartiere dei Sassi, patrimonio Unesco, la piccola Cappadocia della Basilicata che ha ispirato da sempre registi ed artisti di fama mondiale. Visita delle chiese rupestri e raccolta delle acque, Neviere, Chiesa di Santa Lucia alle Malve e Santa Maria dell’Idris, Convicinio di S. Antonio, S. Giovanni in Monterrone, Santa Maria de Armensis, San Pietro barisano, San Nicola dei Greci, santa Barbara, La Madonna delle tre porte, Madonna della Croce, Madonna delle virtù, S. Giovanni Battista, casa grotta al Barisano, casa grotta al Caveoso, Cattedrale normanna, chiese barocche del centro storico.
Visita del Museo nazionale d’arte medievale e moderna, il museo, ospitato nel Palazzo Lanfranchi, è una delle massime espressioni dell’architettura seicentesca a Matera, ospita numerose opere d’arte, espressione dello sviluppo della civiltà artistica della regione. La collezione è suddivisa in tre sezioni dedicate rispettivamente all’Arte Sacra, al Collezionismo, con una nutrita selezione di dipinti della Collezione Camillo D’Errico, e all’Arte contemporanea, con un settore dedicato alle opere di Carlo Levi. Il Museo archeologico Domenico Ridola, con ritrovamenti dal paleolitico fino al III sec. a.c. Attualmente sono conservati all’interno dell’edificio i reperti di età preistorica raccolti dal Ridola insieme ai recenti ed importanti rinvenimenti di Trasano, tra cui un raro forno databile al Neolitico Antico. Cripta del peccato originale, la meravigliosa “cappella Sistina rupestre”, risalente alla fine dell’VIII secolo, si trova in una cavità rocciosa a strapiombo sulla rupe di calcarenite la sapiente mano del “Pittore dei Fiori di Matera” ha narrato scene dell’antico e del nuovo testamento in un ciclo affrescato risalente al IX sec. d.C.. Le scene rappresentate nella Cripta del Peccato Originale sono complesse ed uniche anche per la rara scelta tematica, una vera e propria Bibbia figurata destinata al popolo dei fedeli. Si prosegue per Grassano per la visita del Parco Letterario Carlo Levi, medico, pittore e scrittore antifascista esiliato a Grassano, autore del celeberrimo “Cristo si è fermato ad Eboli” e la suggestiva visita alla Diga di San Giuliano.
Visita di Valsinni, l’antica Favale, quest’ultimo nome significherebbe terra ricca di sorgenti. A Valsinni è stata assegnata la Bandiera arancione, un marchio di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano ai piccoli comuni dell’entroterra italiano. Visita del suggestivo centro storico con parco letterario dedicato alla poetessa petrarchista del ‘500 Isabella Morra, morta tragicamente in giovane età, uccisa dai suoi fratelli, dopo che questi ultimi scoprirono la sua relazione epistolare con il poeta spagnolo Diego Sandoval de Castro, barone di Bollita. La posizione del centro antico con il castello evidenzia una precedente funzione di avamposto militare e civile forse di origine romana o, più probabilmente, bizantina, a presidio delle coste ioniche, durante l’età delle scorrerie dei saraceni, la cui funzione è attestata dalla torre cavallara presente sulla costa, di proprietà attualmente dei Battifarano. In seguito visita di Nova Siri, l’antico nome Bollita ( la cui origine è discussa poiché potrebbe derivare o dall’ antico Boletum presumibilmente o dalla forma ovoidale della collina che richiamerebbe alla mente il cappello del fungo porcino (boletus edulis o dalla presenza di polle d’acqua sorgive, richiamando l’antico senso di acqua che bolle) venne abbandonato in favore della denominazione attuale per la presenza in questo territorio, attestata da Strabone nella sua opera Geografia, della città di origine greca Siris. Successivamente, fra il XIV e il XVI secolo fu feudo della famiglia spagnola Sandoval de Castro,il cui più famoso esponente fu don Diego Sandoval de Castro, amante della contessa Isabella Morra, figlia del conte Morra signore di Favale (antica denominazione di Valsinni). Fu culla della famiglia Settembrini (il cui palazzo gentilizio si trova nella zona Porticella, antica denominazione del quartiere orientale della cittadina) che, trasferitasi a Napoli agli inizi del XIX secolo, diede i natali al patriota e scrittore Luigi Settembrini. La cittadina nella seconda metà dell’ Ottocento fu centro di un gruppo risorgimentale affiliato alla giovine Italia di cui un esponente fu Pietro Antonio Battifarano, che partecipò all’impresa garibaldina arruolandosi, presso Capua in un reggimento di camice rosse.
Visita del meraviglioso borgo di Montescaglioso con l’Abbazia di San Michele Arcangelo uno dei rari esempi di architettura rinascimentale. In seguito Miglionico, chiesa madre con il polittico di Cima da Conegliano ed il castello del Malconsiglio, ove si tenne la Congiura dei baroni contro re Ferdinando I di Napoli.
Visita di Sant’Arcangelo: Convento di S. Maria di Orsoleo, San Felo, monastero basiliano, la Madonna di Pierno, Rionero in Vulture e la sua natura lussureggiante, si prosegue per Grumento Nova e visita del Parco archeologico, il teatro, l’anfiteatro romano, Dei resti della Grumentum romana restano tre complessi monumentali. Il primo è costituito da un teatro dell’età augustea, da due tempietti di età imperiale e da una domus patrizia, la “casa dei mosaici”.Il secondo complesso corrisponde all’area del Foro antico; sul lato nord sorge il cosiddetto “Capitolium” e sul lato sud il presunto “Cesareo”. Altri edifici pubblici sorgevano sul lato ovest e il restante perimetro era circondato da portici. Il terzo complesso è costituito dai resti dell’anfiteatro, costruito nel I secolo a.C. e modificato in età imperiale. Si termina con il suggestivo lago di Pietra del Pertusillo.
Acerenza e la sua straordinaria cattedrale medievale: la cattedrale di Acerenza, diocesi fin dal V secolo, è un pregevole monumento, tra i più importanti della regione: risalente all’XI secolo, fu consacrata nel 1080 in stile romanico con influenze gotiche. Ha una grande abside e un interno a tre navatecon importanti tavole cinquecentesche, una cripta del 1524, sulle cui pareti vi sono degli affreschi di Giovanni Todisco da Abriola, visita del suggestivo borgo antico. Si prosegue per Venosa, patria di Orazio, visita all’Abbazia normanna della Trinità, riconosciuta monumento nazionale dal 1897. Costruita ove, in tempi remoti, esisteva un tempio pagano dedicato a Imene, il Complesso della Santissima Trinità è un’attrazione che comprende due chiese. La chiesa antica (o chiesa vecchia) risale all’epoca paleocristiana, sebbene, in seguito, fu modificata e restaurata dai Longobardi e dai Normanni. La chiesa ospita la tomba degli Altavilla e della moglie ripudiata di Roberto il Guiscardo, Aberada. La chiesa nuova (o chiesa incompiuta) fu iniziata tra l’XI e il XII secolo per ampliare quella antica, sfruttando i materiali sottratti all’anfiteatro romano, ma la sua edificazione non fu mai portata a termine. Casa di Orazio; nel 65 a.C., nel municipio nacque e visse la propria adolescenza Quinto Orazio Flacco, uno dei più illustri poeti dell’epoca antica, emigrato, in seguito, a Roma. Castello aragonese. Visita delle catacombe ebraiche e cristiane Nei primi periodi dell’avvento del Cristianesimo (intorno al 70 d.C.), si insediò a Venosa una delle prime comunità ebraiche in Italia, che riuscì a integrarsi con la popolazione locale. Una testimonianza di tale convivenza è la collina della Maddalena, in cui sono collocate nelle sue cavità sia sepolture semite che cristiane.
giorno Melfi, castello federiciano, dove l’imperatore svevo scrisse le Costitutiones augustales, testo organico di leggi scritte di contenuto sia civile che penale che porta il nome della città, chiesa rupestre di Santa Margherita dove sono rappresentati l’imperatore svevo e la sua famiglia. Si prosegue per Rapolla, con il suo famoso sarcofago del II sec. realizzato da degli artisti dell’Asia Minore, per terminare a Lagopesole, castello di caccia federiciano. Degustazione di vini tipici con ricco banchetto in cantine ipogee di origine vulcanica.
I villaggi degli albanesi: Tricarico con il convento di S. Chiara, Torre della Saracena e visita del borgo antico, fra i meglio conservati della Basilicata, si prosegue per Tursi, piccola cittadina costruita dai Goti tra il IV e il VI secolo; visita della Rabatana o Arabatana, rione del paese già Tana degli Arabi dove i predatori saraceni si insediarono stabilmente e del parco letterario della piana degli albanesi dedicato al poeta del ‘900 Albino Pierro. Degustazione e pranzo con menù tipico al Borgo antico Rabatana che sorge nel borgo incantato, arroccato sui calanchi. i particolari calanchi di Tursi. In seguito visita al Santuario di S. Maria di Anglona, uno dei più famosi monumenti medievali della regione che secondo la tradizione fu fondata nel XIII secolo sul sito della greca Pandosia. Cena e pernottamento in relais.
Parco del Pollino, della val d’Agri, Grotticelle osservatori ed aree protette con falchi migratori. L’architettura di Dio: i calanchi materani, precipizi naturali descritti da Carlo Levi. Dolomiti lucane, Castelmezzano nel cuore delle Dolomiti lucane e definito “uno dei più bei borghi d’Italia” dall’omonimo club così come Pietrapertosa con il suo antico quartiere l’Arabata, il cui nome deriva dalla dominazione araba della città.
Policoro, o Herakleia, città fondata dal semidio Ercole, cuore della Magna Grecia lucana, museo e parco archeologico, pranzo nel castello appena restaurato, proseguimento per Metaponto tavole palatine del periodo greco della Basilicata IV sec a.c. e museo archeologico. Nel pomeriggio proseguimento per Metaponto, dell’antica città è stata portata alla luce l’area del santuario urbano, dell’agorà e del teatro, impiantata intorno alla metà del VI secolo a.c. I resti oggi presenti, resi fruibili con l’istituzione di un parco archeologico, risalgono ad una sistemazione del IV e II secolo a.c., vale a dire le ultime fasi della colonizzazione greca. Sulla direttrice che si sviluppa lungo il litorale jonico, poco prima del confine con la Puglia, si erge il tempio greco delle Tavole Palatine costruito intorno alla metà del VI secolo a.c. Dedicato alla Dea Era, si presenta con una elegante struttura in stile dorico di cui si conservano numerose colonne in posizione originaria. Visita al Museo nazionale archeologico.
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